“Sono entusiasta di questa nuova sfida. Ho trascorso 11 anni meravigliosi con questa squadra e sono così orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto insieme. La decisione di andarmene è stata una delle più difficili che abbia mai dovuto prendere”.
Ebbene sì.
Come annunciato dalla scuderia di Maranello, dal 2025 in poi Lewis Hamilton sarà alla guida di una Ferrari per i prossimi Mondiali di Formula 1.
Un vero e proprio colpo di mercato. Proprio lui. Vincente, istrionico, in pole position sulla pista e nella vita (basti pensare al suo impegno con il movimento “Black Lives Matter”), che si prepara a vestire la maglia rossa.
L’ingaggio di Hamilton è sulla bocca di tutti.
Prima, la Mercedes annuncia che a fine stagione 2024 Lewis non sarà più alla guida della Freccia d’argento, avendo fatto valere la clausola di rescissione contenuta nel rinnovo firmato in estate. Poi, la Ferrari grida al mondo che Hamilton farà parte della scuderia dal 2025, con un contratto pluriennale.
Operazione costata circa 50 milioni all’anno alla scuderia rossa. Uno stipendio altissimo visti anche i 40 anni del pilota, ma in linea con quello già percepito da Mercedes.
Sebbene l’ipotesi di questo trasferimento fosse circolata ciclicamente per anni, la notizia è stata accolta con grande stupore dal pubblico della Formula 1.
Come detto prima, Hamilton aveva prolungato il suo contratto con la Mercedes per altri due anni, includendo una clausola di rescissione anticipata di un anno. Da pochi giorni la Ferrari aveva inoltre annunciato il prolungamento del contratto di Charles Leclerc, considerato il pilota di punta della squadra.
Al di là degli aspetti contrattuali, il passaggio non ha precedenti nella storia della Formula 1, in termini di risultati sportivi: il pilota più vincente della storia guiderà per la squadra più titolata della storia.
Certo, è successo altre volte che la Ferrari ingaggiasse i piloti più forti di una generazione. Ma Niki Lauda o Michael Schumacher, ad esempio, non avevano ancora i successi per cui sono ricordati. Oppure ancora Alain Prost, Fernando Alonso e Sebastian Vettel sono arrivati ma non da piloti più vincenti della storia.
Se Hamilton dovesse vincere un campionato mondiale con la Ferrari, diventerebbe il primo pilota a vincerne 8 e il primo a vincerli con 3 squadre diverse dopo Manuel Fangio.
Oltre ad essere uno dei più forti di tutti i tempi, Hamilton è anche il pilota più ammirato e carismatico tra quelli in attività, ed anche il più conosciuto dai non appassionati di sport motoristici. Lo stesso vale per la Ferrari, l’azienda di auto sportive più famosa al mondo e nella storia della Formula 1: condizione che rende il desiderio di guidarla condiviso da qualsiasi pilota.
Hamilton, come dicevamo, ha 39 anni. E’ il secondo pilota più anziano in attività dopo Alonso, che guida una Aston Martin. Dovesse vincere un campionato mondiale nel 2025, diventerebbe il primo pilota di 40 anni compiuti a riuscirci dagli anni ’60. Ed è per questo che la decisione è stata vista come segno delle sue forti ambizioni e, allo stesso tempo, della sua convinzione che la Mercedes non possa mettergli a disposizione una macchina in grado di competere per il titolo.
Il problema? Quella che doveva essere una trattativa segreta, è diventata una questione di stato. Cosa che ha fatto infuriare il capo della Stella, Toto Wolff, che fino a pochi giorni fa era all’oscuro di tutto.
“Non è stata proprio una sorpresa. Quando abbiamo firmato il contratto di rinnovo abbiamo optato per una durata più breve, quindi gli eventi divenuti ufficiali di recente non sono una sorpresa” sostiene. “Forse il tempismo è ciò che mi ha colpito. Ci siamo incontrati per un caffè a casa mia, ad Oxford, e lui stava tornando in fabbrica dopo la pausa invernale. Lì mi ha detto che aveva deciso di correre per la Ferrari dal 2025. Il modo in cui mi ha posto la cosa è perfettamente comprensibile. Ha detto che stava cercando una nuova sfida, un nuovo ambiente. Siamo adulti,. Sapevamo che firmare un contratto breve sarebbe stato vantaggioso per entrambe le parti. Non potevamo impegnarci per un periodo più lungo e lui ha scelto di andare via. Quindi rispettiamo il fatto che possa aver cambiato idea”.
Ma non sottovalutiamo anche i problemi in casa Ferrari. E mi riferisco a Carlos Sainz.
Sapeva che non avrebbe rinnovato. In tempi non sospetti disse che sarebbe voluto rimanere, ma voleva farlo entro la fine del 2023.
Ed è così che Sainz lascia, postando sui social un comunicato: “Facendo seguito alle notizie di oggi, Scuderia Ferrari ed io non continueremo insieme alla fine del 2024. Abbiamo ancora una lunga stagione davanti a noi e, come sempre, darò tutto per la squadra e per i Tifosi di tutto il mondo. Annunceremo notizie sul mio futuro quando sarà il momento”.
Formale, deluso. Ma ha dovuto far sentire la proprio voce, anche se era chiaro che l’addio sarebbe arrivato. Sainz, dal 2021, ha garantito un importante contributo. Ma il suo impegno è stato spesso e ingiustamente sottovalutato.
Nella stagione che prenderà il via il 2 marzo a Bahrain, Carlos correrà da separato in casa (come Hamilton in Mercedes). Vi ricorda qualcuno? Esatto, Sebastian Vettel nel 2020, nella stessa situazione. E i ricordi non sono proprio memorabili.
Perché non anticipare subito lo scambio allora? Per le penali da pagare in caso di rescissione. E per i segreti tecnici che ogni pilota si porterebbe dietro.
Ma torniamo ad Hamilton.
Una serie di cambiamenti del regolamento tecnico, a partire dal 2026, potrebbe generare uno stravolgimento delle gerarchie attuali. Forse simile a quello del 2014, che portò proprio Hamilton e la Mercedes a ottenere la più lunga serie di vittorie consecutive di un titolo mondiale nella storia della Formula 1.
Non è detto che la scelta di Hamilton sarà vincente, ma è probabile che per lui fosse la più invitante.